Pur sempre in edizione ridotta rispetto all’edizioni pre pandemiche, Pitti Uomo 105 ha iniziato a risalire la china che l’aveva portata ad avere edizioni piccole con un’interazione con il digitale. La presenza “umana” è stata l’aspetto positivo di questa edizione. Molti i buyers presenti in Fortezza di cui molti stranieri. Tema di questo Pitti è stato il tempo. Pitti Time. Al centro della Fortezza un’istallazione con molti orologi che scandiscono il tempo. Pur essendo Pitti Uomo possiamo dire che molti degli espositori hanno presentato prodotti quasi unisex, con la possibilità di vestire sia il mondo maschile che quello femminile. La giornata inaugurale ha visto la presenza del ministro del Made in Italy, Adolfo Urso il quale ha dichiarato che: “Il 2024 sarà l’anno del made in Italy”, dando il via all’edizione 105 di Pitti Uomo presso la Fortezza da Basso, ad una fermata di tram dalla stazione di Santa Maria Novella o a 10 minuti a piedi dove hanno esposto 832 marchi, di cui il 46% esteri, con le collezioni della moda maschile per l’Autunno/Inverno 2024/25.
Time moves on! Il tempo passa ma dopo una pandemia che ha fermato il mondo, ritrovarsi a Pitti Uomo 105 e un bel ritrovarsi. Diciamo che per vari fattori è stata ancora un’edizione ridotta per quanto riguarda gli spazi non dovuta dalla mancanza di espositori ma dovuta dai lavori di ristrutturazione ancora in corso (completati al 70% i bastioni, al 20% i nuovi padiglioni), ma a pieno regime per eventi e partecipazione.
C’è stata la presenza del Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso all’inaugurazione di Pitti Uomo 105, fatto sempre importante che testimonia quanto sia il valore del Made in Italy e in modo particolare della moda nel sistema Italia. Il ministro Urso ha ricordato le iniziative introdotte a sostegno del comparto, tra cui i fondi destinati alle imprese, il nuovo liceo del made in Italy, la giornata nazionale del made in Italy, mettendo in evidenza che le speranze di un anno di rilancio derivano anche dal fatto che “l’inflazione è dietro le spalle. L’anno per quando ci riguarda si è concluso a dicembre con un tasso tendenziale dello 0,5%, la media europea è 2,9%”.
Per Urso “il 2022 e anche il 2023 sono stati anni molto buoni per la moda italiana, che ha riaffermato la sua leadership globale. È un settore manifatturiero importante per il nostro paese, e anche un emblema del made in Italy”. Una spinta sull’acceleratore che porta a tutta una serie di iniziative.
Secondo il presidente di Pitti, Antonio De Matteis c’è da ripensare alle nuove strategie di vendita. “Due anni fa – ha detto – si pensava che l’e-commerce sarebbe stato il futuro, oggi possiamo dire che va rivisto il modo di fare e-commerce, ma il 2024 sarà un anno positivo, abbiamo già in casa gli ordini della stagione estiva”.
Quale 2024 sarà per il sistema moda? Per Sergio Tamborini, presidente di Sistema Moda Italia, il settore – che occupa 600.000 persone e nel 2023 ha prodotto 65 miliardi di giro d’affari con il tessile e moda (+3% sul 2022) – avrà i primi mesi del 2024 “complessi”. “Ci sono condizioni che stanno anche modificando le scelte dei consumatori – ha rilevato -. Siamo usciti dalla pandemia con euforia, ora è il momento della riflessione. Le aziende continuano a essere sotto pressione, ma ne sono sempre uscite con la capacità di innovare”.
Le fotografie sono di Bruno Angelo Porcellana
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