ECCO IL TORTELLINO D’ORO 2019
Il giorno 2 dicembre 2019, presso Palazzo Malvezzi, sede della Città Metropolitana di Bologna, è stato presentato il volume Sua maestà il tortellino di Bologna The King e premiati dalla Confraternita del Gnocco d’Oro i pastifici e i ristoranti che preparano il miglior tortellino a Bologna e provincia. Al termine della cerimonia, è stata aperta una forma di formaggio stagionata da ben 17 anni che si può vedere nel video.
Presentato il giorno 2 dicembre alle 10,30 nella Sala del Consiglio di Palazzo Malvezzi a Bologna il volume Sua maestà il Tortellino di Bologna The King, a cura di Luca Bonacini e Giancarlo Roversi, edito da Artestampa Edizioni in collaborazione con la Confraternita “del” Gnocco d’Oro e il contest Tortellino d’Oro di Bologna 2019. Presenti il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, il capo di gabinetto della Città metropolitana Giuseppe De Biasi, il Presidente Comm. Politiche Economiche Regione Emilia Romagna Luciana Serri, 50 Ristoratori, Pastifici e Gastronomie di tutta la Provincia di Bologna, 13 Sindaci dei Comuni bolognesi aderenti al progetto, 40 Cavalieri assaggiatori della Confraternita del Gnocco d’Oro, Luca Bonacini – Gran Maestro della Confraternita del Gnocco d’Oro, Giancarlo Roversi – Giornalista scrittore. Con questo nuovo progetto, dedicato al tortellino, la Confraternita del Gnocco d’Oro esce con un prezioso volume illustrato di oltre 300 pagine (testi in italiano e inglese). “SUA MAESTÀ IL TORTELLINO DI BOLOGNA – THE KING” (di Luca Bonacini e Giancarlo Roversi) che raccoglie oltre alla storia e alle origini della “pasta ripiena” per eccellenza, ricette, aneddoti e 60 interviste ad attività produttive legate alla storica specialità gastronomica.
Per oltre due mesi i Cavalieri assaggiatori della Confraternita hanno messo a dura prova i loro palati con più di 150 visite in incognito necessarie per testare i migliori tortellini della ristorazione bolognese. Una prestigiosa giuria ha decretato inoltre i migliori pastifici di Bologna e provincia, dopo aver assaggiato 400 portate di tortellini. Un’inedita “colazione” bolognese che celebrava il piatto iconico della tavola petroniana insieme ad appassionati gourmet, chef, giornalisti e istituzioni. Il tortellino a Bologna è una cosa seria, è un piatto aggregante, inclusivo da maneggiare con cura. Anche se oggi rispetto a ieri, lo vediamo più spesso sulle nostre tavole, non va preso alla leggera, rimane il piatto della festa per eccellenza, nato in una città che come poche altre è capace di celebrarlo, una città che grazie alla Dotta Confraternita del Tortellino ne protegge e tutela la ricetta e la storia e grazie all’associazione Tourtlen gli dedica eventi e approfondimenti ma anche un riuscito festival durante il giorno di San Petronio. Qui il tortellino è amato e rispettato e la Confraternita del Gnocco d’oro non poteva trovare migliore humus per realizzare un volume che ne narrasse le gesta, ne esplorasse la storia, ne indagasse le interpretazioni più osservanti della tradizione e quelle più amene, innovative, ardite. Un volume che nasce dopo un acceso confronto con giornalisti, gourmet, cuochi, gastronomi e studiosi di storia locale, coinvolgendo le confraternite bolognesi.
Ma ecco dunque l’esito del concorso che ha visto primeggiare nella classifica dei Pastifici al 3° posto “Pasta Fresca Simoni” di Stefano Bicego e Laura Panatta (Bologna); 2° posto “Sfogliamo” di Alessia Papalia, Sancini Liliana, Piggioli Francesco (Bologna-Fico); al 1° posto La Baita Vecchia Malga di Stefano Chiari e Francesco Mauro (Zola Predosa). Mentre nella classifica ristoranti il 3° podio è andato all’Enoteca Giro di vite di Federico Pettazzoni e Silvia Brandelli (Bologna); il 2° al Ristorante Il salotto di Filippo Baraldi e Chiara Nicoli (Crevalcore); il podio più alto al Ristorante Pappagallo di Michele Pettinicchio ed Elisabetta Valenti (Bologna).
E’ il decimo volume della Confraternita del Gnocco d’Oro, dopo la crescentina/tigella, il borlengo, la castagna, il mirtillo dell’Appennino, l’amarena brusca, la ciliegia, il nocino, fino al tortellino di Modena pubblicato nel 2018 e a un testo sul vino nella musica. Edmondo Berselli a lungo direttore del Mulino, insieme ai giornalisti e scrittori Giuseppe Pederiali, Roberto Armenia, John Hemingway e a numerose altre figure insigni del giornalismo, delle lettere e dell’eno gastronomia nella sua più alta accezione, furono nel 2011 tra i fondatori a Modena della Confraternita del Gnocco d’oro, nata per dare lustro alle materie prime più famose e meno note e per celebrare le celeberrime specialità emiliane. Questa volta è il principe delle paste ripiene, icona della tavola bolognese ad andare sotto la lente d’ingrandimento, attraverso un contest che identifica i tortellini meglio preparati. Coinvolgente e ricca di aneddoti la corposa parte storica del volume frutto della cultura enciclopedica di Giancarlo Roversi, dove si scopre la genesi del tortellino, a cui fa seguito un approfondimento sul tortellino street-food di Luca Bonacini. Il soggiorno di un giovane Mozart e i gusti a tavola di alcuni grandi musicisti di stanza nella città delle Due Torri, sono il contributo del giornalista musicologo Daniele Rubboli, seguito da un ricordo su Enzo Biagi legato alla tavola e ai tortellini. Tutti gli abbinamenti enologici possibili con i tortellini nelle diverse versioni dal classico, all’asciutto, dallo scrigno di venere, a quello in brodo di rane, sono esplorati da Francesco Cioria, sommelier del San Domenico di Imola; mentre la storia del brodo e le sue cointeressenze con i tortellini sono investigati dalla Storica dell’Alimentazione Federica Badiali, oltre naturalmente alla storia delle diverse confraternite gastronomiche che orbitano in Emilia e a una pagina dedicata da Roversi al tortellino più piccolo, per giungere alla sezione che riguarda con ampiezza di dettagli i ristoranti e i pastifici bolognesi selezionati nel progetto. Tra i tanti estimatori del Tortellino, l’indimenticato Gianni Brera che preferiva quelli di Dina Biagi a Casalecchio e di Silvio in fondo a Via Volturno a Bologna, ma è impossibile non ricordare Enzo Ferrari che prima di diventare il famoso costruttore di automobili che conosciamo, proprio in via Monte Grappa 6 a Bologna aveva una concessionaria d’auto Alfa Romeo e una delle prime sedi aziendali. Lo si ricorda a pranzo ai tavolini del mitico Diana in via Indipendenza, ma anche festeggiato Al Cantunzein di piazza Verdi, dopo il conferimento nel ’60 da parte dell’Università di Bologna della Laurea Honoris Causa in Ingegneria Meccanica, un riconoscimento di cui andava molto fiero. Ogni anno in autunno la Confraternita del Gnocco d’Oro, proclama gli “Ambasciatori di emilianità”, e premia coloro che hanno portato l’Emilia nel mondo, scrivendo, cucinando, collaborando a diverso titolo nei propri ambiti professionali per dare lustro alla nostra regione, portandola alla ribalta dei contesti internazionali. Dopo la consegna del riconoscimento a Massimo Bottura, Giorgio Pinchiorri, Licia Granello, Andrea Grignaffini, Edoardo Raspelli, Roberto Perrone, Andrea Sinigaglia, Luigi Cremona, Davide Paolini, Davide Cassi, Pier Bergonzi, Pierluigi Gorgoni, quest’anno è stato premiato con l’importante pergamena Gino Fabbri, campione del mondo di Pasticceria.
Comunicato Stampa.
Tutti i diritti riservati © 2019 – Email: nonsolomodanews@gmail.com
No Comments