Nonsolomodanews ha il piacere di presentare, ai propri lettori, le concorrenti che hanno partecipato e vinto una fascia alla finale nazionale del concorso Venere d’Italia del patron Pietro Cortese. Il concorso, che si è svolto nell’incantevole cornice dell’hotel “La Meridienne” di Palestrina (Roma) ha visto partecipare moltissime miss provenienti da molti posti della nostra bella Italia. E’ il turno di Syria Capobianco, Venere Sorriso. Ringraziamo Syria e lo staff di Venere d’Italia per averci permesso di avere questa intervista in esclusiva e auguriamo ai lettori di Nonsolomodanews buona lettura.
Ti vuoi presentare? “Ciao a tutti, sono Sirya Capobianco, ho 21 anni e sono nata e cresciuta a Campobasso, in Molise, città in cui vivo attualmente. Ho gli occhi marroni e i capelli rossi, una delle poche cose che mi piacciono di me. Sono alta 170 cm e le mie misure sono 80, 63, 89”.
Complimenti per avere conquistato la fascia Venere Sorriso. “Grazie mille, per me è un traguardo molto importante”.
Ci dici in due parole le emozioni che hai provato partecipando al concorso? “Indubbiamente è stata un’esperienza unica e formidabile, sia quella regionale che nazionale, ma soprattutto quest’ultima mi ha lasciato davvero tanto. Mi sono sentita parte di un gruppo, un gruppo affiatassimo, e scontrarsi con ragazze da tutta Italia è un’emozione incredibile, a maggior ragione se poi su 60 ragazze riesci ad arrivare tra le prime 20 e a conquistare un titolo nazionale. Per non parlare degli innumerevoli complimenti ricevuti che mi hanno fatta sentire davvero bene. Ma non nego che ci sono stati anche momenti di ansia, tensione e paura”.
Come sei giunta alla finale nazionale? “Sono giunta alla finale nazionale dopo aver partecipato alle tre tappe che si sono tenute nella mia regione, il Molise, vincendo nell’ultima serata la fascia Venere Moda Molise. È stato un percorso davvero emozionante”.
Come affronti la questione Covid19? “Con gel e mascherina haha. Scherzi a parte, attualmente sto affrontando il Covid in maniera abbastanza tranquilla. Non nego che i mesi del lockdown siano stati davvero pesanti e stressanti (come per tutti del resto), ma per fortuna la situazione è cambiata rispetto a Marzo/Aprile e poter tornare alle nostre vite quotidiane, seppur in modo non del tutto normale, per me è già molto. Semplicemente sto rispettando le norme che ci sono state imposte, mascherina, distanziamento ecc, e per il resto rimango molto positiva.
Come sei di carattere? “Sono una persona molto particolare, testarda e precisa soprattutto. Ma credo che l’aggettivo che mi definisca al meglio sia “vera”. Sono una persona del tutto sincera, onesta e leale. Non mi immaginerei mai di tradire o ferire qualcuno. Ma questo ovviamente non fa di me una persona debole o fragile, anzi al contrario sono molto forte, se so di avere ragione mi batto affinché la mia voce venga ascoltata, dico sempre ciò che penso e dico sempre la verità. Oltretutto sono molto indipendente, mi piace fare le cose da me, senza l’aiuto di nessuno, e anche quando cado trovo sempre la forza di rialzarmi da sola. Per il resto sono una ragazza riservata, empatica, piena di energie e devo ammetterlo, abbastanza lunatica. Sarà che sono del segno del cancro”.
Sei una persona ambiziosa? “Moltissimo. Desidero sempre migliorarmi, affermarmi e soprattutto distinguermi. Inoltre se desidero una cosa non mi tiro indietro davanti a niente e nessuno e non sono contenta finché non la raggiungo”.
Qual è il colore preferito? “In realtà non ho un vero e proprio colore preferito, penso siano tutti bellissimi. Forse il verde e il rosso sono quelli per cui simpatizzo maggiormente perché mi trasmettono un senso di energia, armonia e positività”.
Che cosa è per te la femminilità? “Per me la femminilità è ciò che definisce una donna. Mi spiego meglio: sono i suoi modi di fare, il modo di porsi, il modo di parlare, il modo di pensare e il modo in cui si presenta, non solo agli altri ma alla vita in generale. Compostezza, bontà d’animo, umiltà, gentilezza e leggerezza, sono ciò che, a mio parere, rendono una donna “femminile”.
Pensi che presentarti davanti al pubblico in costume possa ledere la tua femminilità? “In realtà credo non faccia alcuna differenza. Si può essere femminili sia vestite che spogliate, come si può essere volgari anche totalmente coperte. La femminilità è una cosa che parte da dentro, poco importa che cosa si indossa. Un semplice costume non può in alcun modo danneggiare o cambiare ciò che una donna è realmente”.
Quando hai iniziato a partecipare a concorsi di bellezza? “Purtroppo la mia passione per questo mondo è nata un po’ tardi, verso i 18 anni, e si è affermata poi dai 19. Dico purtroppo perché è un mondo che predilige i giovani, quindi prima inizi e più possibilità hai di entrarvi a far parte. Io in realtà ho sempre amato la moda, le passerelle, i concorsi ecc, ma non mi sono mai sentita all’altezza di tutto ciò, e nemmeno pronta ad un confronto con tantissime altre ragazze più belle di me, quindi per me era una cosa impensabile prima di allora perché solo dai 18/19 anni ho maturato questa sicurezza che mi accompagna ancora oggi.
Ti ricordi la prima volta? “La primissima volta su una passerella è stata nel 2017 sempre con Venere D’Italia, ma quell’anno mi fermai dopo la prima tappa regionale. Non ero ancora pronta, ero “acerba” nei movimenti e in tutto il resto, e non mi sentivo molto a mio agio ad essere guardata e giudicata. Nonostante ciò ringrazio la mia famiglia che mi ha convinta perlomeno a provare perché è stata una bellissima esperienza che mi ha aiutato a capire cosa volessi fare davvero, e infatti non ho più smesso.
Quali sono i generi fotografici che preferisci e perché? “Il genere che preferisco è il ritratto, perché è un tipo di fotografia realizzata al fine di mostrare e valorizzare l’espressione, la personalità, l’umore, e tutte quelle caratteristiche fisiche e morali del soggetto preso in considerazione. Poi mi piacciono tantissimo le foto in bianco e nero o in stile vintage, non so perché ma hanno quel non so che di nostalgico e malinconico che mi affascina, forse perché in fondo anch’io sono un po’ così”.
Hai un progetto fotografico ti piacerebbe realizzare? “Si anche se non è un vero e proprio progetto. Quest’estate ho fatto uno shooting presso una cascata qui in Molise e ne sono uscite delle foto davvero spettacolari, complici ovviamente il bravo fotografo ma soprattutto il posto incantevole. Quindi adesso mi piacerebbe realizzare delle foto sperduta in piena campagna, in mezzo a un campo di girasoli, fiori, o cose così, con un abito anni ’50 e degli effetti molto vintage. Purtroppo sono un’eterna romantica.
Hai degli hobby? “Attualmente il mio hobby è questo, fare la modella; pian piano sto prendendo sempre più confidenza con tacchi, passerelle, ma soprattutto macchine fotografiche. Sto guadagnando davvero tanta esperienza, perché so che un giorno mi servirà per trasformare tutto questo in un lavoro vero e proprio. Per il resto gioco a pallavolo e studio recitazione.
Hai una modella famosa che conosci e alla quale ti ispiri? “No non cerco e non ho mai cercato ispirazione negli altri o avuto modelli da seguire. Io sono io e gli altri sono gli altri. Io ho la mia vita, i miei errori e il mio percorso da fare, cosi come gli altri hanno il loro. Secondo me è da stupidi desiderare di essere come qualcun altro o fare qualcosa solo perché l’hanno fatto altri. Dovremmo essere noi stessi la nostra ispirazione e il nostro modello da seguire. Siamo tutti unici e dovremmo rimanere tali”.
Che cos’è per te la moda? “La moda per me è arte. È come un pittore che attraverso pennelli e colori rappresenta sulla tela ciò che ha di più profondo in sé. Rappresenta i suoi gusti, le sue passioni, le sue gioie, i suoi dolori, le sue paure, insomma la sua vita, attraverso paesaggi, persone, ambienti, storie, che egli stesso immagina e rappresenta. Gli stilisti fanno lo stesso, ma con i vestiti, e il bello è che ognuno di noi può essere pittore o stilista. Perché l’arte, la moda, sono semplicemente un modo per esprimere se stessi, il proprio essere e la propria personalità, per raccontare una storia, per sentirsi a proprio agio in questo mondo che spesso ci fa sentire estranei”.
Qual è l’accessorio che non ti stacchi mai quando esci? “Credo i trucchi e la spazzola siano le cose di cui sono maggiormente dipendente e che porto sempre con me ovunque io vada. Non riuscirei proprio a stare senza.
Sorriso. Cosa vuol dire per te sorridere? “Il sorriso credo sia la parte migliore di ognuno di noi. Tutti diventiamo più belli quando sorridiamo, ma soprattutto comunichiamo dei sentimenti e delle emozioni attraverso di esso, quindi per me sorridere vuol dire mettersi a nudo, mostrare se stessi. Un viso sorridente sprigiona non solo gioia o allegria, ma anche armonia, tranquillità, e soprattutto sicurezza. E tutto ciò ha effetto anche su chi ci circonda, per questo credo sia un’arma potentissima. Essere sempre seri e non sorridere mai significa rinunciare ad uno dei più grandi doni che l’uomo abbia.
Si può sorridere con gli occhi? “Certamente, un sorriso sincero non coinvolge solo la bocca ma tutto il viso, gli occhi in particolare. Come ho detto prima, sorridere vuol dire mettersi a nudo, e questo è possibile anche e soprattutto attraverso i soli occhi. Questi ultimi sono il riflesso di noi stessi, dei nostri sentimenti, in essi si proiettano tutte le nostre volontà e qualità. D’altronde come si dice, “gli occhi sono lo specchio dell’anima”. Inoltre tutto ciò assume anche maggiore significato in un periodo difficile come questo, in cui praticamente metà del nostro viso è coperto da una mascherina, e gli unici sorrisi che possiamo donare sono quelli degli occhi.
Come è stato il rapporto con le altre concorrenti del concorso? E’ nata qualche nuova amicizia? “Per quanto riguarda le ragazze delle altre regioni diciamo che non sono una persona che fa subito amicizia, specialmente dopo tre giorni, ma comunque c’è stato un bel rapporto con tutte, ho parlato con alcune di loro, le ho conosciute, e molte mi hanno fatto i loro complimenti e per questo le ringrazio con tutto il cuore. Parlando invece delle ragazze della mia regione, si, è nata una vera e propria famiglia, anche perché abbiamo trascorso insieme molto tempo e sono felicissima di questo e del legame che si è creato”.
Se avessi di fronte a te le altre concorrenti del concorso che cosa le vorresti dire che non hai detto la sera dell’incoronazione a Venere d’Italia 2020? “L’unica cosa che posso dire a tutte è di ricordarsi che non è una fascia a dire se siamo belle o brutte, se siamo le migliori o le peggiori. La cosa più importante nella vita ma anche a questi eventi, è essere se stesse e sicure di sé, essere consapevoli del proprio potenziale e dei propri limiti, e dare sempre il massimo, che si vinca o che si perda. Bisogna camminare a testa alta in ogni momento e non lasciarsi abbattere da niente e nessuno.
La sola bellezza esteriore è molto soggettiva, è ciò che siamo dentro che fa la differenza.
Hai un episodio/aneddoto curioso che ti è capitato durante la finale che ci vuoi raccontare? “Più che un episodio curioso è una sventura che mi è capitata proprio l’ultimo giorno, prima della finale, ovvero quella notte non ho dormito nulla perché dalle 4/5 del mattino ho iniziato ad avere problemi con lo stomaco, sono stata davvero male, e la mattinata che avrei dovuto spendere per le prove l’ho passata nel letto in coma, alzandomi solo per andare in bagno a rigettare. Fortunatamente verso ora di pranzo con le poche forze che avevo sono riuscita a mangiare qualcosa, per poi riprendermi completamente nel pomeriggio per le prove. Non mi sono lasciata abbattere dall’inconveniente, anzi quella sera ero ancora più carica, anche se temevo di risentirmi male durante la passerella, ma tutto è andato per il meglio e la fascia di Venere Sorriso ne è la conferma.
Sogno nel cassetto? “Il mio sogno nel cassetto è quello di poter lavorare nel mondo della moda e del cinema, spero di diventare un giorno un’attrice e modella famosa.
Ultima domanda, hai qualche persona in particolare da ringraziare per la tua partecipazione al concorso Venere d’Italia? “Si, vorrei ringraziare in primis la mia famiglia e in particolare mia madre, la mia prima sostenitrice e colei che crede sempre in me nonostante tutto. Poi il mio ragazzo, il quale, seppur non amando questo mondo, mi ha accompagnata dappertutto, ad ogni tappa, ad ogni selezione, ad ogni evento e concorso, spesso restando anche delle ore da solo ad aspettarmi. E infine vorrei ringraziare l’agente del Molise Monica Mastrantonio e i suoi collaboratori Andrea Nasillo e Michele Annese senza i quali tutto ciò non sarebbe stato possibile perché ci hanno messo davvero anima e corpo, e ringrazio anche tutte le mie compagne di viaggio molisane con cui ho condiviso ansie, gioie e paure”.
Le fotografie sono state fornite da Syria Capobianco – I crediti appartengono ai relativi fotografi
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