Il presidente e tutte le donne dell’harem è un libro corale. Diverse voci femminili narrano la propria relazione con lo stesso uomo. Un uomo, lo stesso uomo, identificato dall’autrice con il generico nome di Sultano. Il Sultano, per l’autrice, è un ‘concentrato’ di più figure maschili, che la psicologia definirebbe come archetipo, cioè una sorta di immagine primordiale inconscia, presente ovunque, in Oriente come in Occidente. La cornice che tiene insieme i racconti delle donne, la tesi che sottende il libro è che le donne (alcune donne) inseguono spesso la stessa tipologia d’uomo, pur ricercando, quasi in modo schizofrenico, nella propria vita autonomia e indipendenza.
Che cosa spinge, a volte, le donne a far parte di un hàrem e a accettare la condivisione (più o meno esibita) di altre donne è materia che l’autrice ha osservato con attenzione per molti anni sia in ambienti professionali sia in relazioni sociali e private.
Ripartire, per l’autrice, da se stesse e dall’impostazione della relazione amorosa è un dato fondamentale per cambiare davvero la relazione tra uomini e donne, gli stereotipi che pietrificano entrambi i sessi in ruolo definiti.
L’ultima parte è dedicata propriamente alla riflessione del sentimento amoroso. Anche qui l’amore è osservato con insoliti strumenti, le liriche d’oriente che rinviano a un concetto di amore libero dal possesso, dalle proiezioni, dal narcisismo. Un modo di amare che potrebbe permettere di ‘rifondare’ sempre la relazione, continuando ad amarsi. Proprio l’esatto contrario di ciò che oggi avviene con l’amore liquido.
Il libro è corredato da ampie note bibliografiche che riportano e documentano i testi e gli autori su cui l’autrice si è formata intellettualmente, con particolare attenzione alla psicologia, filosofia, e alla poesia.
The president and all the women of the harem is a chorus book. Several female voices tell their own story, their own relationship with the same man. A man, the same man, identified by the author with the generic name, the Sultan. The Sultan, for the author, is a ‘concentrated’ more male figures that define psychology as an archetype, a kind of image that is primordial unconscious, present everywhere, in the East as in the West. The frame that holds together the stories of women, the idea behind the book is that women often pursue the same type of man, while seeking (almost schizophrenic) autonomy and independence in their lives.
What motivates, sometimes, women to be part of a harem or at least to accept the share (more or less performed) of other women is a matter that the author knows, because she too has been part of a ‘harem’ Western ‘. Again, for the author, by themselves and dal’impostazione of the love affair is a fundamental fact in order to really change the relationship between men and women, the stereotypes that petrify both sexes in the role defined.
The last part is devoted to the proper reflection of the loving feeling. Here, too, love is seen with unusual instruments, the lyrics of the East that refer to a concept of free love from the possession, projections, by narcissism. A way of loving that could afford to ‘refound’ the relationship always, continuing to love. Just the opposite of what happens today with the liquid love.
The book is accompanied by extensive notes and bibliography that report documenting the texts and the authors of which the author has formed intellectually, with a focus on psychology, philosophy, and poetry.
Il presidente e tutte le donne dell’harem: Un’analisi del femminile contemporaneo occidentale che si sperimenta nella professione e nei luoghi di potere ripetendo spesso copioni di ‘dipendenza’ millenari nonostante la palese e schizofrenica proclamazione di autonomia psicologica e professionale, e che spesso conduce il femminile a supportare una visione maschile o maschilista del vivere sociale, a discapito di donne e anche di uomini che cercano altri modelli e altri percorsi.
Diverse voci femminili narrano la propria relazione con lo stesso uomo. Un uomo, lo stesso uomo, identificato dall’autrice con il generico nome di Sultano. Il Sultano, per l’autrice, è un ‘concentrato’ di più figure maschili, che la psicologia definirebbe come archetipo, cioè una sorta di immagine primordiale inconscia, presente ovunque, in Oriente come in Occidente. Per rendere la tesi in modo audace e dissacrante l’autrice mette in comparazione l’hàrem orientale con quello ipotetico occidentale. Ogni personaggio del libro è quindi rievocato in una precisa configurazione del gineceo orientale, attualizzandola con una presentazione letteraria, mitica, o moderna.
Nonostante l’apparente e esibito cinismo, in realtà il libro è un tributo all’amore, unico protagonista assoluto. Un amore libero dal possesso, dalle proiezioni, dal narcisismo. Un amore che libera l’anima e che alla fine scardina lucchetti e catene.
Autore: Fiorella Paris è giornalista- tuttologa, per curiosità e necessità professionali.
Negli ultimi anni (dal 2008 al 2014) si è occupata di comunicazione politica nel Consiglio regionale lombardo.
Ha pubblicato nel 2013 con Aracne editrice il saggio Quote Rosa in Lombardia’che ripercorre il ricorso delle associazioni femminili contro l’ultima giunta di Roberto Formigoni. La premessa al libro è stata curata da Claudio Bonvecchio, professore ordinario di Filosofia delle Scienze Sociali dell’Insubria di Varese,. Ha scritto moltissimi racconti psicologici-sentimentali. Cura diversi blog, tra cui il blog giornale, Il Tao della politica, Le Parolefiore. Da sempre attiva testimonial delle questioni femminili. Responsabile per molti anni della paginaDonna di un settimanale dell’Alto milanese.
Fiorella Paris . Il presidente e le donne dell’harem
Ph. Bruno Angelo Porcellana
Model Letizia Bizzoca
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